Rhinoplasty

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I falsi "miti" della rinoplastica

  • “La rinoplastica è dolorosa, specie per i tamponi e la fratture delle ossa nasali”

    Questo è davvero un “mito”: la rinoplastica contemporanea non è affatto dolorosa, nemmeno quando si devono opportunamente fratturare le ossa nasali. Oggi non vengono più usati i “tamponi”, essendo sostituiti da “lamine” di silicone ai due lati del setto (vedi FAQ).

  • “Uno dei rischi più pericolosi è la possibilità imprevista di un callo osseo dopo la rinoplastica”

    Anche questo è un mito, che talvolta diventa più che altro una giustificazione per una tecnica eseguita in modo non preciso: non esiste alcun lavoro scientifico nella letteratura specialistica che descriva il “callo osseo” nell’area della frattura chirurgica delle ossa nasali. Lo stesso vale per il supposto “callo” successivo, specie dopo un po’ di tempo, alla riduzione della gobba: in realtà si tratta di imperfezioni residue di osso o cartilagine, che non si vedono nelle prime settimane, dato il gonfiore postoperatorio, ma poi si manifestano più in là nel tempo.

  • “È pericoloso usare gli “innesti”, perché si possono spostare e diventare visibili”

    È vero il contrario: gli innesti cartilaginei sono senza dubbio lo strumento più importante nella rinoplastica contemporanea. Ovviamente si tratta di innesti “autologhi”, di cartilagine prelevata dal paziente. Anche se è certamente vero che gli innesti possono diventare potenzialmente visibili, specie in pazienti con cute sottile, ciò non significa che debbano essere evitati, ma semmai che debbano essere usati con estrema attenzione e precisione. Gli innesti cartilaginei sono essenziali sia nella rinoplastica primaria che secondaria, per fornire una struttura proporzionata, solida, e stabile nel tempo su cui la cute possa ridrappeggiarsi. Solo usando innesti scolpiti nel modo appropriato è possibile modificare in modo “ingegneristico” la forma della punta e del dorso del naso.

  • “La cute e la cartilagine del naso hanno una “memoria””
    Anche questo è un mito, almeno in parte:

– la pelle del naso non ha in realtà alcuna “memoria” e le irregolarità postoperatorie sono di solito causate da imperfezioni della struttura cartilaginea o ossea sottostante. È vero, peraltro, che la cute del naso, specie se spessa e già un po’ ridondante, non ha capacità “elastiche” illimitate di riconformarsi sulla nuova struttura di osso e cartilagine. È per questo che la struttura osteocartilaginea non deve essere ridotta troppo, altrimenti la cute non la seguirà e si potrà verificare un eccesso specie alla punta (“becco di corvo”);

– riguardo la cartilagine, specie se torta, esiste effettivamente una certa tendenza a ritornare alla forma originale: è proprio per questo che esistono molte manovre specificamente costruite per annullare o ridurre al minimo questo rischio. Ad esempio nel naso deviato o torto, la cartilagine del setto deve essere spesso ricostruita e stabilizzata con innesti strutturali per mantenerla stabilmente dritta. Nonostante tutto ciò, è possibile che in alcuni casi si verifichi una correzione non del tutto completa nel tempo.

  • “La cattiva cicatrizzazione e il tessuto fibroso sono imprevedibili e possono impedire di ottenere una punta ben scolpita”

    Si tratta anche qui di un mito:

    E certamente vero che essenzialmente la cute spessa rende più difficile “scolpire” adeguatamente la punta. In questi casi è quindi assai utile impiegare tecniche specifiche “strutturali”che consentono di raffinare la punta ridurla troppo, cioè senza resezioni di cartilagine e riduzioni eccessive di volume del naso, che otterrebbero esattamente l’effetto opposto (cute ridondante in eccesso su struttura insufficiente). Tuttavia, la spiegazione talvolta data che “ tessuto fibroso e cicatriziale si è accumulato sulla punta” è spesso errata. Ciò difatti è spesso avvenuto per causa di tecniche inappropriate che non hanno fornito sufficiente supporto strutturale: la punta rimane così tonda, poco definita, e globosa. Diverso è il discorso nelle rinoplastiche secondarie, dove davvero spesso esiste una significativa fibrosi correlata agli interventi subiti: anche qui comunque esistono specifiche manovre per risolvere o migliorare per quanto possibile il problema.

  • “I massaggi postoperatori sono fondamentali per un buon risultato”

    Non è così:

    Non è mai stato dimostrato che effettuare massaggi postoperatori abbia alcuna azione efficace sulla riduzione dell’edema (gonfiore) postoperatorio. Semmai, può esiste indicazione a specifici massaggi in determinate aree della piramide nasale in alcuni casi specifici.

    Più efficace risulta invece l’utilizzo di “night taping” (incerottamento notturno) fino a due mesi dopo l’intervento (vedi FAQ).

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